L'esperienza Dinehome di Angelo
Dopo aver letto un articolo su Repubblica.it/Bologna io e mia moglie siamo rimasti entusiasti dall'idea di rivivere quanto da giovani universitari avevamo vissuto con amici e coinquilini stranieri in Erasmus o in visita alla nostra bella città, con cene fatte di espressioni compiaciute dei commensali, buon vino ed ottime conversazioni condite di accenti e lingue diverse.
Mia moglie è una talentuosa cuoca e le nostre origini regionali risalgono lo stivale dalla Sicilia al Trentino Alto Adige passando per la Puglia, l'Abruzzo e la Lombardia.
Siamo proprietari di un terrazzo molto ampio dove coltiviamo verdure ed aromatiche quasi tutto l'anno, per noi la cucina mediterranea è fatta di sapori freschi ed ingredienti semplici.
Uno dei piatti che ci piace proporre ai nostri ospiti, almeno la prima sera, sono le tanto vituperate polpette sugli spaghetti. Mia moglie ha una ricetta pugliese tramandata da sua nonna che una volta assaggiata fugherebbe ogni dubbio sull'esistenza e la bontà del piatto anche ai puristi della cucina italiana che tanto scrivono sui social e poco conoscono delle innumerevoli tradizioni delle nostre regioni che di paese in paese, di porta in porta, cambiano ed arricchiscono le ricette ufficiali in adeguata proporzione alla biodiversità degli ingredienti che il territorio della penisola offre.
Sicuramente ricevere un estraneo in casa, sopratutto quando si hanno dei bambini, non è una cosa che si fa senza timore, ma quando poi si accoglie un ospite molto lontano da casa, curiosamente in cerca di un pasto e della tipicità del calore dell'ambiente familiare italiano, la cortesia non viene a mancare ed improvvisamente ci si sente arricchiti dalla sensazione di aver adottato una persona in famiglia e si ascoltano i suoi racconti affascinati dalle realtà distanti in cui rispettivamente si vive.
L'unico momento imbarazzante è stata una parte della discussione di una serata in cui si parlava del caffè italiano e di quanto ci manchi quando siamo all'estero e del perché si ostinino a bere brodaglie scure al posto di adottare definitivamente il caffè espresso (in fondo siamo quarantenni, ci avviciniamo all'ortodossia del buongiornissimo). Alleggeriti i freni inibitori grazie ad un'ottima birra ho rincarato la dose rimproverando la nostra ospite tedesca del fatto che in Germania non abbiano ancora raggiunto la consapevolezza che in bagno va installato quello che noi consideriamo come un accessorio fondamentale per la pulizia personale.. Fortunatamente è una ragazza intelligente e non ha sottolineato la caduta di stile :)
Tutte le sere sono state piacevoli, i bambini si sono divertiti molto e chiedevano sempre alla nostra ospite di rimanere a giocare con un gioco da tavolo di origine tedesca che avevamo acquistato in Alto Adige, che in famiglia chiamiamo "Non t'incacchiare" (Mensch ärgere dich nicht!)
Saluti a tutti
Angelo e fam.